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radicamenti

 

2018


progetto
: ottobre 2015 – ottobre 2017
realizzazione
: dicembre 2017 – giugno 2018
luogo
: Museo Francesco Messina a Milano
committente: Comune di Milano Case Museo
dimensioni: altezza 13 mt, sviluppo lineare 50 mt a larghezza variabile

 

Radicamenti è l’opera ho realizzato per lo Studio Museo Francesco Messina di Milano.

La scultura è parte della ricerca che sto conducendo nell’ambito del rapporto scultura-ambiente, scultura monumentale ed architettura. Sono intervenuto sull’edificio dell’ex Chiesa di San Sisto che ospita il Museo Messina, relazionandomi sia con l’interno dell’edifico storico che  con lo spazio urbano della città di Milano.

 

Mi è parso necessario e “naturale” porre in dialogo interno ed esterno. Per farlo avrei dovuto attraversare i muri e portare all’interno l’energia che si sarebbe manifestata all’esterno. In questo modo lo spazio dell’architettura, la relazione tra pieno e vuoto, avrebbe avuto compiutezza. Al contempo il rapporto tra l’esterno, la città, e l’interno del museo si sarebbe potuto ridefinire.

 

Con inaspettata forza naturale la scultura erompe dal massiccio pavimento in pietra per arrampicarsi e avvolgere l’architettura. Le forze naturali riconfigurano la storia e la stratificazione culturale dell’ex Chiesa di San Sisto e, in un alternarsi di forza e delicatezza, ne percorrono le geometrie.
Protagonista è la natura che attraverso l’opera torna a manifestarsi nello spazio con tutta la sua originaria energia.

 

Lo storico dell’arte Flavio Caroli così definisce il senso dell’intervento realizzato da Leonardo Nava per il Museo Messina: “Caos vuol dire energia. Leonardo Nava traspone energia. Lotta con l’informe. Così l’informe diventa energia. L’energia diventa forma”.

 

Eleonora Fiorani, curatrice del progetto, nel testo di presentazione scrive: “[…] Non c’è altra presenza che come l’albero, il più grande e maestoso dei viventi e il più vicino al cielo, sia tanto carica di mitologie, di significati, di simboli, di metafore, di allegorie e in grado di evocare una sensazione di una presenza misteriosa, in cui sogno e realtà sconfinano l’uno nell’altro. Ed è all’albero che fa riferimento l’installazione di Leonardo Nava al Museo Messina che declina artificiale e naturale creando un nuovo linguaggio di forme libere dall’astrazione. […] L’installazione è essa stessa scultura vivente di una città diversa che dialoga con la pietra rompendo le sue perfette forme geometriche rigide e chiuse e la intriga con le sue potenti forme sinuose e curvilinee fatte di intrecci di rami e nodi, che creano ritmiche vibrazioni, profondità e ombre.”

 

Per la realizzazione dell’opera ho  impiegato fibre vegetali – rami di nocciolo – opportunamente recisi e intrecciati tra loro su di una esile sottostruttura portante in acciaio, a formare un corpo unico, una tessitura continua. I rami sono stati lavorati uno ad uno, tendendoli e flettendoli, in modo da conferirgli una forma compatta, una tessitura energetica. Questo lavoro mi ha impegnato per cinque mesi, in solitaria.

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